Inclusione

Recuperare la vocazione coreutica dell’arte, la sua dimensione di pratica di vita condivisa, può illuminare nuove strade.

La pratica coreutica dell’arte trova il suo fine nel processo stesso, nel piacere che il fare artistico comporta, nella costruzione di una identità condivisa, di una comunità solidale, di una nuova politica dello stare insieme. È una nuova prassi aperta all’inclusione di ogni forma di disagio, alla partecipazione, all’espressione, alla creatività e alla metamorfosi di ognuno.

foto Francesca Remorini-Carcere di Sulmona- Coro detenuti e Piazza Vittorio